Il riconoscimento delle Nazioni Unite
Lo scorso 2 dicembre 2020, l’Organizzazione delle Nazioni Unite ha riconosciuto le proprietà mediche e terapeutiche della cannabis.
La cannabis e i suoi derivati sono dunque stati rimossi dalla tabella IV della Convenzione unica sugli stupefacenti del 1961, quella all’interno della quale sono elencate le sostanze stupefacenti ‘particolarmente dannose e di valore medico o terapeutico estremamente ridotto’, secondo la codificazione stabilita dalla Convenzione Unica del 1961 sugli stupefacenti. Tuttavia, la cannabis resta nella Tabella I, quella delle sostanze il cui abuso è da considerare pericoloso.
La decisione dell'OMS
La decisione è arrivata su indicazione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità che ha segnalato all’Onu di approvare il valore medico della cannabis. Voto rinviato per 60 anni, tre anni di revisione scientifica, a causa dei diversi atteggiamenti di vari stati favorevoli al cambiamento e quelli di condotta proibizionista.
La risoluzione è stata approvata con la maggioranza dei 53 stati membri della Commissione. Tutti gli stati dell’Unione Europea – con eccezione dell’Ungheria – e molti Stati dell’America hanno dato il loro consenso, mentre la maggioranza dei paesi dell’Asia e dell’Africa si è opposta.
La Cannabis come terapia
Un provvedimento storico molto significativa sia da un punto di vista politico che per il mondo della ricerca scientifica. Questo difatti faciliterà la ricerca sulle proprietà mediche della cannabis, i cui principi attivi si sono già dimostrati benefici nel trattamento di diverse patologie umane, tra cui sclerosi multipla, epilessia, morbo di Parkinson, dolore cronico e cancro.
Un grande passo in avanti per la libertà individuale di consumo e per il diritto a curarsi. Uno stimolo economico nuovo e florido.