Perché la moda inquina?
L’industria del tessile-moda ha un notevole impatto sul pianeta ed è tra quelle che più contribuiscono all’inquinamento ambientale, e di conseguenza alla crisi climatica e al riscaldamento globale: la produzione di vestiti e abbigliamento contribuisce al 2-8% di emissioni di gas serra mondiali, utilizza 215 trilioni di litri d'acqua ed è responsabile del 9% dell'inquinamento da microplastica nei nostri oceani. Inoltre, l’industria dell’abbigliamento ha un profondo impatto sul sociale, con lavoratori tessili a rischio di sfruttamento, sottopagati, con alti rischi per la loro salute. Le donne sono le più vulnerabili in quanto rappresentano una media del 68% della forza lavoro dell'abbigliamento e il 45% della forza lavoro complessiva del settore tessile. Un settore industriale particolarmente inquinante e insostenibile, esasperato dal modo in cui produciamo e consumiamo: si è passati ad usare i nostri vestiti il 36% in meno prima di scartarli rispetto a 15 anni fa, e, ogni giorno, viene gettato via l'equivalente di un camion di spazzatura pieno di vestiti.Come promuovere la moda sostenibile?
Se vogliamo vedere un cambiamento in questo settore, la prima cosa da fare è prendere atto della situazione e informarsi a riguardo. In rete ci sono diversi articoli e studi a riguardo. Ma a volte le parole non bastano: le immagini e specialmente i video sono sicuramente più efficaci e diretti. Ecco perché ti proponiamo 4 documentari, due in italiano e due in inglese, che puoi trovare in rete per approfondire l’argomento del settore del tessile.
Junk – Armadi Pieni
Una docuserie del 2023 coprodotta da Will Media e Sky Italia: l’imprenditore e co-fondatore del brand di abbigliamento sostenibile WRÅD Matteo Ward ci guida in un viaggio attraverso sei Paesi differenti, Cile, Ghana, Bangladesh, Indonesia, India e in Veneto in Italia, per osservare da vicino l'impatto sull'ambiente e sulle persone dell'iper-produzione e del sovraconsumo di abbigliamento e calzature.
Nel settembre 2023 Matteo Ward ha ricevuto il premio attivismo per la docu-serie Junk per CHI È CHI Fashion Community Awards.
Le ali non sono in vendita
(Italia, 2021, regia di Paolo Campana) Un gruppo di studenti di moda accompagnati dalle testimonianze di esperti in materia, lavoratori del tessile e attivisti dei diritti umani, affrontano la tematica dell’impatto dell’industria della fast fashion, affrontando tematiche ambientali e quelle dei diritti umani.The true cost
(USA 2015, regia di Andrew Morgan) This is the story about the cloth we are, people who make these clothes, and the impact the industry is having on our world.Questa è la storia dei vestiti che siamo, delle persone che producono questi vestiti e dell'impatto che l'industria sta avendo sul nostro mondo.
Docu-film sull'impatto della produzione di vestiti sul pianeta e sulla sua gente. Il titolo fa riferimento al fatto che spesso quando si acquistano vestiti, specialmente quelli economici e usa e getta, il vero costo non si riflette realmente nel prezzo al dettaglio.
The river blue
(Canada 2017, regia di Roger Williams e David McIlvrideSe vuoi conoscere i colori e le tendenze della prossima stagione, guarda il colore dei fiumi" (detto popolare cinese).
Mark Angelo, canoista e ambientalista, racconta attraverso un viaggio di tre anni lungo i fiumi, l’impatto negativo dell’industria della moda, specie quella del denim. Ci viene mostrato l’alto inquinamento dei corsi d’acqua nei paraggi delle industrie in Cina, Bangladesh e India, evidenziando la loro ripercussione sull’ambiente, la perdita di biodiversità e l’impatto sulle popolazioni locali.
Da non perdere infine due puntate speciali del programma di giornalismo d’inchiesta di Rai3 Indovina chi viene a cena di Sabrina Giannini: Il verde è di moda (stagione 2023) e Cambio pelle (stagione 2022): due focus sull’industria della moda e il suo impatto ambientale.
Buona visione a tutt*!